COME FARE IL CAMMINO DI OROPA

Il Cammino di Oropa si inserisce in quegli itinerari che rientrano nella filosofia del turismo lento. Mentre la quotidianità consueta, famigliare, lavorativa, di città, sembra vorticare freneticamente su se stessa, il turismo lento propone infatti di prendersi il proprio tempo, almeno quando si è in ferie, per vivere il momento, per ammirare la bellezza. Una bellezza che, nel caso del Cammino di Oropa della Serra, in Piemonte, in un territorio compreso tra le province di Biella e Vercelli, è paesaggistica e culturale, ma anche religiosa.

Cos’è il Cammino di Oropa

Il Cammino prende il nome dal punto di arrivo del percorso, ovvero il santuario di Oropa. Si tratta di una chiesa dedicata alla Madonna Nera, la cui fondazione, secondo la leggenda, risalirebbe al IV secolo, sotto il vescovo di Vercelli sant’Eusebio, sebbene l’aspetto che ha ora è seicentesco. L’edificio è posto in una conca naturale e presenta un’architettura suggestiva, sormontata da una cupola colorata. Una piccola curiosità: all’interno c’è il simulacro della Madonna Nera con il Bambinello, e sul loro volto non si poserebbe mai la polvere.

Il Cammino d’Oropa quindi è una lunga "passeggiata" - il percorso può richiedere alcuni giorni, di solito una settimana, in cui si soggiorna negli alberghi dedicati ai pellegrini, come quelli presenti a Magnano e al santuario di Graglia - e questa passeggiata c’è chi la compie per fini sportivi o culturali ma da sempre l’aspetto preponderante è chiaramente quello spirituale. È presente una dettagliata segnaletica e c'è anche un'app che viene in aiuto alle persone in viaggio.

Il percorso del Cammino di Oropa

Il Cammino di Oropa - ideato da Alberto Conte, presidente dell’Associazione Movimento Lento e della Casa del Movimento Lento di Roppolo, che collabora con l’Associazione degli Amici della Via Francigena di Santhià e con il Santuario di Oropa - consta di un percorso attraverso campagne, rilievi, beni culturali e foreste, per 64 chilometri. Tra i beni culturali che si possono ammirare ci sono il monastero di Bose, la chiesa di San secondo, il castello di Roppolo, i ricetti di Viverone e Magnano, e il centro storico di Sordevolo. Gli amanti della natura e degli animali resteranno incantati dal Rifugio degli asinelli di Sala Biellese e dal lago di Viverone con la sua deliziosa biodiversità.

Viene proposto in tre o quattro tappe, ognuna di difficoltà crescente che copre un range compreso tra poco più di 15 e poco più di 17 chilometri: da Santhià a Roppolo, da Roppolo a Sala Biellese, da Sala Biellese al santuario di Graglia, e infine dal santuario di Graglia al santuario di Oropa. Dato che il percorso non è troppo lungo né troppo difficoltoso, coloro che si vogliono avvicinare al trekking possono pensarlo come un primo passo prima di approcciarsi a cammini più complessi, come il Camino de Santiago: non si deve dimenticare però che esistono dei dislivelli e quindi non si deve essere esattamente dei principianti del trekking per approcciarsi a questo viaggio all’interno della storia. Il Cammino può essere percorso sì a piedi, ma anche in bicicletta, sfruttando la rete delle ciclovie locali.

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